mercoledì 29 febbraio 2012

Figli del demonio

Alla fine è uscito. "Figli del demonio", la biografia dei Dirty Actions che ho scritto con l'imprescindibile collaborazione di Johnny Grieco e mettendo insieme i ricordi di tanti ragazzi degli anni Settanta e Ottanta genovesi, è oggi nelle librerie (o almeno lo sarà a giorni, anche se da qualche parte si trova già: quindi fatevi sotto). A pubblicare il librello è Liberodiscrivere e presto ci sarà qualche presentazione a Genova e da qualche altra parte in Italia (lavoro permettendo). Insomma non sono certo il tipo che ama farsi pubblicità, però anche star zitto non mi sembrava giusto. Soprattutto perché dietro questo libro ci sono due annetti buoni di lavoro. Non continuativi, per carità. In mezzo ci sono stati il mio esame e casini vari. Però se posso permettermi di dire qualcosa a mio favore e a favore di Johnny: ce l'abbiamo messa davvero tutta. Abbiamo rovistato dentro una storia bellissima ma quasi completamente dimenticata (a livello ufficiale) come quella della prima scena punk genovese. E scavando sempre più in profondità abbiamo conosciuto (io) e ritrovato (Johnny) persone stupende, con tanta voglia di non dimenticare quel periodo strepitoso e unico vissuto dalla nostra città. Mi ricordo ancora il messaggio che mi ha mandato Johnny quel giorno di fine agosto 2009 in cui mi parlava di un progetto per festeggiare - quello stesso anno - il trentennale dalla formazione dei Dirty Actions. Doveva essere un istant book e invece si è trasformato in qualcosa di più. E, senza neanche farlo apposta, invece di uscire per celebrare la formazione, sarà fuori giusto per i trent'anni dallo scioglimento. Quel 1982 in cui sono nato pure io. Come dire: tutto torna. Le date delle presentazioni sono ancora da confermare, ma comunque appena saranno ufficiali farò tutta la pubblicità del caso. E poi se qualcuno dall'altra parte dello schermo si trovasse "Figli del demonio" fra le mani e decidesse di leggerlo, mi piacerebbe sapere che ne pensa. Mi raccomando però, senza "volemose bene" di sorta. Se vi ha fatto cagare ditemelo pure. Non me la prenderò di certo (forse, però, Johnny vi ucciderà).

martedì 7 febbraio 2012

So what

Sarà colpa dell'effetto Retromania come dice Reynolds - prima o poi me lo dovrò comprare sto minchia di libro, anche se costa una cifra - ma più invecchio più mi rendo conto che le mie certezze culturali affondano per la stragrande maggioranza nel passato. Non si tratta di semplice nostalgia. Anzi, quella non mi sfiora quasi. Perché i bei tempi andati non erano poi così belli. L'unico vantaggio era che si era tutti più giovani. Ma non è che adesso sia decrepito, anche se certe volte mi viene il fiato corto a fare le scale. Comunque: il punto è che anche nei dischi nuovi che compro c'è sempre quella componente "retò" che non mi molla mai. Prendete tutta la nuova scena hardcore italiana degli ultimi mesi. Gruppi come Verme, Gazebo Penguins, Fine Before You Came, la nuova direzione presa dai Death of Anna Karina, i Do Nascimiento ecc. Per lo più si tratta di band nuove, anche se con veterani della scena che, quasi all'unisono - qualcuno copiandosi qualcuno no - hanno deciso di risuonare l'hc che andava una dozzina di anni fa, con l'aggiunta di testi sempre e solo in italiano. Ora: andare fuori di testa per questa roba, come dice Ale Granara, rischia di essere solo un sentimento effimero dettato da una nuova moda. Anzi, dalla solita moda di pescare nel passato per affrontare con più sicurezza il futuro (non è che Ale abbia usato proprio le suddette parole, ma il concetto mi pareva questo..). Tutto giusto per carità, però,come al solito, c'è un però. E si tratta del fatto che la musica, fondamentalmente, al di là di quello che ne può pensare Scaruffi o qualche atro critico più titolato di me (parecchi direi...) è puro divertimento, un piacere viscerale che va ben oltre parole come innovazione e originalità. Non dico che non conti mettersi a fare qualcosa di diverso. Ma ci terrei a ribadire che per me non rappresenta minimamente il metro di paragone con cui giudicare un gruppo o un disco. Se quello che esce dalle casse dello stereo mi piace, non me ne fotte un cazzo che la gente lo consideri pura merda o peggio qualcosa di già sentito. Vabbè adesso vado ad ascoltarmi "Hello bastards" in onore di questo blog scalcagnato.