mercoledì 4 marzo 2015

A Voltri ritornano

Lo so, è una vita e mezza che non aggiorno questo blog-cadavere. Ma visto che siete in quattro gatti a leggerlo immagino che non vi siate neppure troppo offesi. Comunque, da oggi, provo a ricominciare, nonostante gli impegni (ma de che?) e gli anni che corrono via come macchine impazzite (ah ecco).
La ripartenza è un vecchio classico: i dischi che girano nel mio stereo in questi giorni e con i quali ammorbo i miei vicini. Nonostante i pochi soldi in tasca, infatti, da brava cicala, negli ultimi mesi (che dico mesi, settimane) mi sono portato a casa qualche bel dischetto ignorante. E qualcuno mi è stato pure regalato da Grazia (dopo un furto in auto in cui ho perso una bella sacchettata di vinili). Ed è proprio di uno di questi dischi "perduti" che vorrei raccontarvi. Così, tanto per sparare due minchiate in libertà, sia chiaro.

Ho sentito parlare per la prima volta di "First Italian punk contest", il vinile della Hate Records col meglio del punk romano (ma anche italiano) di fine Anni Novanta appena era uscito, e cioè nel 1998. Ricordo vagamente una recensione su Rocksound, per via della copertina inconfondibile. Ma all'epoca non è che me la fossi cagata gran che, sta compilation. Forse perché era stata stampata solo in vinile e io sarei riuscito ad avere un piatto soltanto sei o sette anni più avanti (porcaccia). Chissà. Comunque, oltre dieci anni dopo, anzi per essere più precisi l'estate scorsa, mi imbatto nuovamente nei Bingo del grande Alex Vargiu e mi rendo conto di essere stato un cretino totale a non essermi mai procurato un loro disco (hanno pubblicato un lp postumo e poi qualche 7''). Gironzolando sulla pagina Facebook dello stesso Alex, inoltre, becco una canzone presa da youtube della mitica compila di cui sopra:  l'ignorantissima "Rivendicazione" di Johnny Boy and the Bookmakers, una band nata,a quanto ne so, lì per lì e poi magnificamente morta all'istante. La quintessenza del punk-rock, per quel che mi riguarda, visto anche lo splendido ritornello - se così si può chiamare - che ripete ossessivamente l'espressione "mortacci tua". Un capolavoro, insomma. E così parte la ricerca della raccoltona che, scopro, contiene pure un paio pezzi dei Bingo ("abbiamo scelto questo nome - aveva risposto candidamente Alex in un'intervista uscita su "Bassa Fedeltà" - perché fa rima con in culo te lo spingo": genio). In ogni modo mi metto a spulciare Discogs ed Ebay e che ti vado a scoprire? che una copia del disco la vende proprio il grande Gila (uno dei miei numi tutelari in campo punk/hc e anche un buon amico). A quel punto lo contatto e ci mettiamo d'accordo che, appena passo a Milano, mi porta "First Italian punk contest" lasciandomela pure a un superprezzo (in modo da evitare le spese di spedizione). Alla fine a Milano ci riesco ad andare soltanto sei mesi dopo (ve l'ho pur detto che sono impegnato) e appena metto le mani sul disco - sfiga vuole - qualche stronzo me lo ruba dal bagagliaio della macchina. Devo dire che al momento della denuncia alla polizia è stato abbastanza comico elencare tutti gli album che mi avevano fatto saltare, tra cui questo "First Italian punk contest". Quindi con le pive nel sacco me ne torno a casa pensando che mi sarei dovuto rassegnare a sentire i pezzi del raccoltone della Hate su youtube. Non avevo però fatto i conti con Grazia che si è subito messa sotto e nel giro di pochi giorni mi ha fatto recapitare una copia del disco direttamente a casa. Che dire? Dio c'è, mi odia ma anche lui qualche volta deve arrendersi all'evidenza. E al punk-rock. E così il giorno fatidico, appena tornato dal lavoro, mi sono sparato il vinolozzo sul piatto. Appena sono partite le prima note sono corso ad abbracciare Grazia, perché quello che usciva dalle mie casse da quattro soldi era davvero una roba da non crederci. I Bingo, tanto per parlare di una band di cui ancora non ho detto nulla, aprono le danze con "Hey you!" che, come dicono quelli seri, è un calcio in culo ben assestato con tanto di rincorsa. Chitarre rumorose da ferrai, voce stridula e furia garage. I Damned a mille all'ora. La band successiva, gli Ufo Diktatorz di quella bestia di Pierpaolo De Iulis, invece macinano cattiveria nota dopo nota, stordendoti con le loro ritmiche acide e scomposte. Mentre i Temporal Sluts, che sono tra i migliori del lotto, non sono altro che un supergruppo di puro punk "minore" di matrice americana. Ma dentro sto dischetto della Hate records c'è davvero di tutto: pazzi furiosi (tipo Johnny Boy) come i Punk Al Muro; garage rocker abrasivi come i Rock'n'Roll Class e altre band di "alta classe" tipo gli STP (all'epoca agli inizi) e Vargiu and the Haters (vi ho mica già parlato di Alex?), E poi ancora una manciata di deliziose meteore punk (Two Bo's Maniacs, Boomers e Assholes, che nome belin che nome!) di cui nessuno ha mai più sentito parlare. Insomma se non l'avete capito questo "First Italian punk contest" è un piccolo gioiellino di furia e bellezza, nonché un pezzo di storia del nostro punk. Negli Anni Novanta non c'erano solo i figli illegittimi dei Ramones e della Lookout a incendiare i palchi italiani e gli impianti stereo di qualche adolescente brufoloso. C'era anche questa gentaglia qui, che, per un breve ma intensissimo momento, ci ha fatto letteralmente sognare.