giovedì 19 marzo 2020

Siamo nati da soli - Alessia Masini

E' da un pezzo che non scrivo da queste parti. Sarà almeno un mese e mezzo. Ma come molti sapranno sono giorni complicati e al tempo stesso bellissimi, visto che sono diventato papà di una splendida bimba (anche se sto cazzo di Coronavirus ci sta complicando un po' le cose). Questo però non è un blog personale; quindi bando alle ciance e alle classiche scuse, e iniziamo a parlare delle solite cose importantissime.


Siamo nati da soli. Punk, rock e politica in Italia e in Gran Bretagna (1977-1984) - Alessia Masini (Edizioni Le ragioni di Clio)

Avrei dovuto parlarvi di questo libro a dicembre, appena ho finito di leggerlo, perché come accade a tutti gli anziani ho una pessima memoria. Ma per fortuna non sono così suonato da aver dimenticato tutto. "Siamo nati da soli" non è il classico libro di storie sul punk raccontate da protagonisti di prima mano e reduci - certo, ci sono anche alcuni contributi di quel genere -: il volume di Alessia Masini è soprattutto uno studio accurato su un fenomeno controculturale che, nel nostro Paese, è sempre rimasto ai margini della cosiddetta accademia (cosa che, invece, non è avvenuta altrove, per esempio in Inghilterra). Intendiamoci: istituzionalizzare il punk non è mai cosa buona e semplice. E lo dice uno che, nel suo piccolo ci ha persino provato, seppur involontariamente, visto che mi sono laureato con una tesi sulle fanzine punk e hardcore diventata poi un libercolo di scarso successo (che Alessia, gentilmente, cita nelle prime pagine del suo testo). Molti punk, soprattutto, chi ha vissuto sulla propria pelle il periodo tra la fine degli anni Settanta e gli anni Ottanta, non guardano con favore a questo tipo di approccio e tendono a preferire (e approvare) solo i libri scritti all'interno della scena.
Alessia Masini, però, non è solo una giovane studiosa che prende questa controcultura, la viviseziona e la indaga cercando di darle una veste universitaria, è anche un'appassionata militante, una persona che applica la metodologia della storica a un materiale infiammabile, che la coinvolge in prima persona. Il risultato è un libro che riesce a stare perfettamente in bilico tra la ricerca storico-sociale e l'epica del punk. Un racconto coerente e articolato, che va maneggiato con cura e letto con estrema attenzione.
A guidare Alessia in questo viaggio, in molti passi del libro, è una protagonista d'eccezione come Laura Carroli dei Raf Punk (dalla sua collezione personale arrivano molte delle fanzine e dei materiali che l'autrice cita). E già questo basterebbe a mettere da parte qualsiasi tipo di riserva sulla genuinità di questo libro. "Siamo nati da soli", anche se mette in parallelo il punk inglese e quello italiano, si concentra soprattutto su due città cardine per questo asse internazionale: Londra e Bologna. Anche se oltre alla City bisognerebbe citare anche le campagne dell'Essex in cui vivevano i Crass, visto che la band di Steve Ignorant ed Eve Libertine rivestono un ruolo molto importante nell'economia del libro (d'altra parte Bologna è stata una delle città più crassiane d'Italia, proprio grazie ai già citati Raf Punk e alle loro varie diramazioni). 
Tra gli aspetti più interessanti del libro ci sono le riflessioni sulle implicazioni politiche del punk, sulle incomprensioni che nacquero soprattutto inizialmente di fronte a certe provocazioni (le svastiche, tanto per dirne una), che ebbero conseguenze diverse in Italia e in Gran Bretagna. "Siamo nati da soli" è stato scritto attingendo a una ricchissima mole di fonti (dalle riviste alle fanzine più oscure, e proprio questo è uno degli aspetti più gustosi dell'intero volume). Certo, trattandosi di uno studio effettuato con metodo accademico ci sono anche alcune pagine in cui si racconta la genesi del punk inglese e il suo sviluppo: storie che tanti appassionati avranno già letto e conosceranno più o meno a memoria. Ma credo che scrivere solo per una stretta cerchia di persone che sa già tutto della materia (e che quindi, forse, non avrebbero neppure bisogno o voglia di documentarsi) sia la cosa meno punk che ci possa essere. Quindi ben vengano libri come "Siamo nati da soli", che trattano questa controcultura putrescente e fuori dagli schemi con metodi e sistemi nuovi e diversi dal solito. Non si tratta di dare dignità al punk (e chi l'ha mai voluta?), ma di capire, esplorare, collegare e mettere insieme una serie di spunti, per stimolare la nostra curiosità su una storia che ci ha letteralmente cambiato la vita. Questo è ciò che mette in moto Alessia Masini attraverso il suo libro. Un prezioso tassello all'interno di una vicenda che, ancora oggi, dopo oltre 40 anni, riesce a farci litigare e discutere, ma anche commuovere e stupire, come se andassimo ancora al liceo e avessimo la cresta verde.


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