giovedì 7 luglio 2011

We ezer!

E alla fine li ho visti questi Weezer. Il gruppo che non ha mai cagato di striscio l'Italia nonostante sia in giro da quasi vent'anni. Misteri dei nostri cazzo di promoter, che portano ogni anno gli Iron Maiden ma dal '94 a oggi (anno del botto del "Blue album") non sono ancora riusciti a portare dalle nostre parti Cuomo e compagni. E allora, tanto per sfoderare un po' di saggezza contadina, se la montagna non va da Maometto, io me ne vado a Londra. Che lì gli Weezer ci suonano eccome. Mica cazzi. Detto questo, va premesso che se Grazia non avesse avuto l'intuizione, la voglia e i soldi per mandarmi (grazie piccola) e Claudio e la Giulia non avessero acconsentito a ospitarmi un paio di giorni a Fisbursy dove gli ho pure rotto la porta della doccia e scroccato da mangiare, magari me ne sarei stato a farmi le pippe a Genova, sognando questo concerto chissà ancora per quanto. E invece... Invece ho preso l'aereo, il treno che dall'aeroporto ti porta a Liverpool street, la metropolitana fino ad Oxford circus e ho mollato il trolley in ufficio da Claudio (sì quello dove fanno gli effetti visivi per "Harry Potter”, rosiconi); mi sono addentrato a Soho e ho comprato "So alone" di Johnny Thunders a 4 pound (solo cd a sto giro, che sennò la Ryan mi fa pagare di nuovo il sovrapprezzo). Il giorno dopo sono andato di buon ora a Camdem, solo per scoprire che All Ages Records (negozio di solo punk, hc e garage) apriva a mezzogiorno. Alla fine, dopo una caccia durata tutta la mattina, mi sono portato via i Crucifix, gli Ergs! e gli Angelic Upstarts. Il pomeriggio è passato lento tra un giro in metro e tanta strada a piedi, con le offerte di Hmv a farmi gola (per 13 pound ho comprato "Le noise" di Neil Young, "Super ape" degli Upsetters e il disco omonimo dei Drums), Covent Garden, di nuovo Soho, il cheesecake e così via. Mi sono tenuto leggero per la grande serata e quando ho finalmente cambiato la mia prevendita, fatto la coda e sono entrato alla Brixton Accademy in discesa, con Claudio e Giulia eccitati come bambini, ho capito che era fatta. Ero lì a due metri da quel cazzo di palco. E quando gli Weezer hanno aperto con "The sweater song", la prima canzone di Cuomo e co. che ho ascoltato nella mia vita nel lontano '97 grazie a una lurida cassettina dei Propagandhi che aveva un paio di pezzi di riempitivo (fra cui gli Weezer, appunto): bhé lì mi si è illuminato il cuore. E poi "My name is Jonas", "Holyday" e tutte le canzoni del "Blue album", meno due o tre, una in fila all’altra. E tanto "Pinkerton". E zero tamarrate. Cuomo che saltava come un folletto, in bilico fra Woody Allen e gli aiutanti di Babbo Natale. E la cover di "Teenage dirtbag" che fa tanto “quanto eravamo nerd negli anni Novanta e quanto siamo vecchi ora”. E vabbé dai, c’è stata pure la cover di "Paranoid android" di quel gruppo là. Insomma una scaletta da lacrime. Tanto che ieri, una volta finito il concerto, insieme a tutti quei bicchieri di plastica spiccicati sul pavimento della Brixton Accademy, c'era anche il mio cuore di sedicenne. Straziato dalla gioia. Perché quella cassettina mi aveva colpito così tanto che volevo avere a tutti costi quel disco. E così, alla fine di una ricerca per nulla semplice, ero finalmente riuscito a mettere le mani sul quel misterioso album blu di post-grunge, come l'aveva definito un mio amico. L’avevo comprato a Varazze nell’estate del ‘98 da Luca. Costava 15 mila lire perché era usato. Botta di culo. Avevo giusto quelle in tasca, perché me le avevano date i miei per andare al mare. E allora l'ho preso senza indugi. Fanculo i soldi per il pranzo e quelli per il treno di ritorno. Ho digiunato in spiaggia e mi sono chiuso in cesso per tutto il tragitto. Quando sono tornato a casa e ho messo il cd nello stereo non la smettevo più di ridere e di cantare, provando a inventarmi le parole. Come ho fatto anche ieri, tredici anni dopo, a Londra.

1 commento:

  1. It was a pleasure to have you around buddy... yes, even after the shower door...

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