lunedì 11 dicembre 2017

Un po' di recensioni a babbo/ 2

E' stato un novembre impegnativo; pieno di concerti e quindi di dischi, visto che, come mi aveva detto una quindicina di anni fa Matteino, "non riesco ad andare a sentire una band e non comprare nulla al banchetto". Una maledizione che mi porto dietro da allora e cioè da quando ho iniziato a consegnare pizze in macchina - perché non ho mai imparato a guidare il motorino - per comprarmi cd e vinili. E quindi ecco il mio classico inventario semi ragionato fra alcune delle ultime robe che sono finite nel mio stereo o che ho ascoltato in streaming (salvo gli evergreen che tornano a farmi visita come i fantasmi dei Natali passati).

The Kinn-Ocks - s/t
Il buon Paolo Merenda degli Anno Senza Estate e prima ancora dei Kompagni di Merenda (nome geniale) mi ha inviato per posta il suo ultimo cd, che è anche l'esordio della nuova band della sua allegra combriccola: i Kinn-Ocks. Dieci pezzi (più una traccia fantasma strumentale) in meno di 15 minuti (compresi i secondi di attesa dell'undicesima canzone): una randellata di rock'n'roll sporchissimo e abrasivo, sullo stile degli Zeke tanto amati e venerati da Paolo e sulla falsariga di quel punk-rock maleducato e assai poco melodico che piaceva tanto a noi giovani negli anni novanta. Undici tracce registrate in presa diretta, nude e crude e suonate con scarsa perizia tecnica (che per quel che mi riguarda è uno dei migliori complimenti che possa fare a una band). Per citare il poeta: poche musse, qui c'è menù fisso, rock'n'roll robusto e voce che arriva dall'oltretomba per farvi fuori con una manciata di rasoiate.

Goonies - Connessi e soli
I Goonies sono una delle mie band preferite. E non lo dico perché siamo amici da una vita; il fatto è che questa banda di ragazzi - per citare un loro vecchio pezzo - sa come farmi felice in poche e semplice mosse: suoni veloci e melodici come le pop-punk band di 25 anni fa, pezzi che ti si incollano al cervello e un'attitudine incredibile. "Connessi e soli", che arriva parecchi anni dopo quel mezzo capolavoro che era "Suoniamo ancora anni novanta" non tradisce le aspettative. Certo, l'80 per cento dei sei pezzi di questo mini album faceva già parte del repertorio live del gruppo (e quindi appena ho messo su il cd ho iniziato a cantare le canzoni a memoria), ma a parte le mie digressioni da fan (li avrò visti 1457893 volte dal vivo) credo sia impossibile, per chiunque ascolti punk-rock, non amare quest'album e non adorarne la sua sincerità. E' raro che ascolti per più di 3 o 4 giorni di fila lo stesso disco, avendo sempre nuovo e vecchio materiale da sentire (il bello e il brutto di Internet).Ma nel caso di "Connessi e soli" è stato davvero difficile togliere quel pezzettino di plastica dallo stereo. Disco clamoroso e da 10.

Bully - Losing
Gian di Disco Club, qualche mese fa, mi ha passato da recensire il nuovo disco di una rocker chiamata Bully uscito su Sub Pop e intitolato "Losing". Premesso che anch'io, come i più avveduti di voi, non sapevo manco chi fosse Bully (un nome che può accompagnare solo) ho deciso di accostarmi a quest'album con le migliori intenzioni e senza pregiudizio alcuno. Peccato però che il disco sia una vera e propria ciofeca, col suo rock mollo simil-grunge, che mi ricorda un'Anouk (quella che cantava di essere una spiaggia o una prostituta, non ricordo bene) senza la freschezza di Anouk (e v'ho detto tutto). Di questi 12 pezzi ne salvo giusto un paio e guarda caso sono i lentoni ("Blame" nonostante tutto si lascia ascoltare, dai). Il resto è robetta da finta ragazza incazzata, con chitarre così molli e canzoni così leziose che al primo che si fa avanti regalo il cd e non ne parliamo più.

Human Race - Negative
Aspettavo questo disco da mesi. E più precisamente da quando ho ascoltato i primi due micidiali singoli - "Human race" e "I dont' mind" - di questa band romana (l'ennesima rivelazione in arrivo dalla Capitale). Gli Human Race suonano con una naturalezza disarmante, come i gruppi punk inglesi e americani del '77, soprattutto quelli sfigati e di serie B, che spesso sfuggono ai classici elenchi degli imprescindibili. Pensate a una miscela di Boys, Buzzcocks, Germs, Weirdos, Generation X ed Eater e ci sarete quasi vicini. Insomma, roba da leccarsi le dita dei piedi. Forse l'impatto di questo bel vinilone pubblicato dalla benemerita Dead Beat di Cleveland è un pizzico meno dirompente rispetto ai primi due singoli di cui ho parlato all'inizio (nell'album comunque c'è la splendida "I don't mind") però questo "Negative" resta un disco prezioso e vibrante, genuino e talmente sincero che vi farà godere come dei ricci.

Vecchiume su cui ho messo le mani di recente:

AA/VV - Bloodstains Across Califronia
Preso al banchetto dei Leeches al concerto dei Dictators questo volume della serie Bloodstains, una sorta di Killed by Death e cioè una compilation col meglio del punk più oscuro e sfigato, è un disco definitivo che gronda bellezza da ogni solco. Venti brani per altrettanti gruppi, di cui i più conosciuti sono, forse, i Dogs (non quelli francesi, he) e i Controllers. Cioè degli emeriti signor nessuno, ma con un talento immenso nello scrivere almeno un pezzo memorabile in tutta la loro vita. Cosa che per me vale già il Nobel per la pace. Tra le band migliori (ma tutti i pezzi e tutti i gruppi spaccano) ci sono le Maggots con una fenomenale "Tammy Wynette", i già citati Controllers, qui con "Slow boy" e i Child Molesters che, con un moniker così, non possono che estrarre un pezzaccio del calibro di "I'm gonna punch you in the face". Il filo conduttore di questa raccolta è un punk marcio e urgente, fatto di chitarre rumorose, melodie sgraziate ma che colpiscono al cuore e voci incerte e deliziose: insomma tutta la bellezza e l'ingenuità della prima scena punk californiana, una delle mie preferite in assoluto.

Teenage Head - s/t
Sia lodato Federico Tixi che con le sue segnalazioni delle migliori offerte Amazon è riuscito a farmi trovare il primo vinile dei Teenage Head a 13 euro. Da anni cercavo di comprarlo a un prezzo umano, almeno sotto i 15, anche se si tratta di uno di quei dischi della vita per i quali dovrei sforzarmi di spendere qualcosa di più. Ma, come dice il saggio, la perseveranza è stata premiata e finalmente ho potuto mettere le mani su un album che, grazie a Youtube, conoscevo già a memoria. Il primo disco di questa storica band canadese è una bomba assoluta. Power-pop e punk al massimo dello splendore. Tutti i pezzi sono bellissimi, veloci e ipermelodici. Non è facile raccontare un album così perfetto e vorticoso. Anche perché se bazzicate il punk-rock, il power-pop o l'hardcore sapete già con ragionevole certezza che difficilmente una band canadese (così come un'australiana) sbaglia un colpo o quantomeno il primo disco. Vi dicono qualcosa D.O.A., Propagandhi (fino ai primi tre album), Pointed Sticks, Yesterday's Kids, Hanson Brothers e No Means No?


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