giovedì 15 marzo 2012
Sei in Banana dura
La serata era iniziata già male. Ero uscito da lavorare sul filo del rasoio, verso le nove e tredici. E avevo circa quattro minuti per raggiungere il binario tre e il treno per Savona. Ma quando sono arrivato in stazione me lo sono visto praticamente partire davanti agli occhi. Ero scazzato, affamato, stanco. E così sono andato al Kitchen a leccarmi le ferite e a ordinare una delle loro strepitose carbonare da 11 euro. Roba incredibile, che vale tutti i soldi che costa. Mentre stavo dando le ultime golate alla mia birra in bottiglia, dopo aver raschiato tutto il possibile dal piatto, mi telefona Giulio. "Che fai? Tra cinque minuti inizia a suonare un gruppo garage di Roma. Sono dal baretto dei giardini Luzzati, sopra la Claque". Baretto? Ma quale? Quello che un tempo era degli sbirri? E che ci vanno a fare in un buco così, da spumantino e panetti abrustoliti? Vabbé, gli dico, pago e arrivo. In cinque minuti sono su e vedo Giulio fuori dalla porta che indica il cartello scritto a mano sul vetro del bar: Stasera Trio Banana. Coooosa? Minchia il Trio Banana. Nel baretto degli ex sbirri? Adesso? Minchia. Entriamo e siamo praticamnte solo noi due. Più la band, i baristi e una tavolata di tamarri che beve Moretti da 66. Su un giradischi nascosto dietro la strumentazione girano dei vinili afro. E quando leggiamo spritz a tre euro e Menabrea a due e euro e mezzo, ci sembra di essere in Paradiso. I Banani, poi, iniziano nel giro di pochissimi minuti, giusto il tempo di ordinare il beveraggio. Ne segue un concerto intenso, sgraziato, suonato in due metri quadrati e bello tirato. "Pochi ma buoni" ripete ghignando il bassista. Ed è quasi vero. Soprattutto l'aggettivo pochi. La musica è davvero devastante. Tanto che mi chiedo che diavolo ci facciano in questo buchetto - accogliente, per carità - davanti a due stronzi come me e Giulio. Il Trio Banana meriterebbe almeno la Claque. Ruggiscono come carogne incazzate, dall'ampli di chitarra esce un suono catarroso e lancinante. Basso e batteria pompano che è un piacere e la voce sgraziata del cantante è perfetta. Quando finiscono ho una gran voglia di abbracciare Giulio e ringraziarlo di avermi chiamato. Prima però mi fiondo sul banchetto e accatto i loro due cdr, un fanzine che si chiama "Merda" e un 45 giri dei Dements dal titolo "No job, blowjob" con tanto di copertina esplicativa. Minchia, il punk.
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