lunedì 14 settembre 2015

Nova Mob

A proposito di dischi e gruppi che nessuno si caga: oggi, mentre facevo le pulizie di casa, mi sono risentito l'intera discografia dei Nova Mob e cioè i loro unici due dischi che ho comprato qualche anno fa in pieno furore Husker Du. Ma chi cacchio sono i Nova Mob, diranno i più beceri di voi? Beh, intanto vi ho già aiutato un pochino qualche riga più sopra citando IL GRUPPO più grande di tutti tempi (insieme a Clash e Ramones). Sì cazzo, sto parlando proprio degli Husker Du. E se non li conoscete potete pure portare le vostre chiappette secche fuori da questo inutile blog. (Tornate soltanto quando avrete ascoltato almeno 10 volte "Zen Arcade" e "New Day Rising").
Bene. Ora torniamo ai Nova Mob, che mentre spolveravo i mobili e lavavo i pavimenti, rimbalzavano come matti fra le casse del mio stereo portatile. Il gruppo, durato una manciata di anni - dal 1989 al 1997 - viene fondato da Grant Hart quando gli Huskers sono implosi da poco, al culmine dei loro scazzi personali. Ma prima di loro, il nostro, si diletta con un paio di dischi solisti come l'ep "2541" e l'album "Intolerance", che secondo me è un altro mezzo capolavoro dimenticato, Poi Hart, che era appena uscito da una brutta storia personale (gli avevano detto che era sieropositivo, ma si erano sbagliati...) decide che dopo la parentesi solista gli manca l'idea di avere di nuovo un gruppo con cui condividere tour e litigate memorabili. E così, mollata la batteria, si prende (finalmente) microfono e chitarra e costruisce attorno a sé i Nova Mob (negli stessi anni, guarda caso, il suo ex amico Bob Mould fa lo stesso con i fantastici Sugar). Il primo parto della nuova band di Grant Hart si chiama "Last days of Pompeii", esce nel 1991 ed è targato Rough Trade. Il disco spacca, anche se è parecchio strano e quindi in puro stile Grant Hart. Dentro c'è  un po' di tutto: dal pop-rock sofisticato alle litanie mezza dark e mezze anni sessanta, che riportano a certi episodi di "Intolerance". Sopra ogni cosa però c'è la voce dell'ex batterista degli Husker Du, fragile e disperata e capace ogni volta di farti venire la pelle d'oca. Non ci sono cazzi: Hart è dannatamente bravo a tirare fuori dal nulla delle melodie uniche e mai scontate; e non perde mai il vizio di scrivere canzonette agrodolci e sporche, che risultano sempre irresistibili e totalmente fuori da ogni canone prestabilito. Siamo agli inizi degli anni novanta, ma lui se ne sbatte altamente di ciò che va di moda in quel periodo e suona una musica senza tempo, in grado di toccare tutte le corde giuste. Il secondo e omonimo album dei Nova Mob, invece uscito tre anni dopo per Restless - purtroppo è un passo indietro rispetto all'esordio. Forse Grant si è già stancato dei suoi compagni di viaggio e della band. Forse ha qualcos'altro per la testa. Oppure, più banalmente, ha esaurito (per il momento) la sua riserva creativa. Fatto sta che la maggior parte dei pezzi del disco suona monotono e senza guizzi. Ci sono persino dei lentoni pop, che se non fossero cantanti con la sua voce superba sarebbero delle robette proto-Coldplay con dieci anni di anticipo. Detto questo "Noba Mob" resta comunque un album dignitoso, che funziona meno rispetto al suo predecessore e non è nemmeno lontanamente paragonabile agli Husker Du, ma rimane pur sempre un disco da sufficienza piena, grazie a qualche interessante intuizione (il fatto che sia uscito nel 1994, però - uno degli anni magici del rock - non lo aiuta per niente). Pensavo tutte queste cose mentre spruzzavo lo smacchiatore universale sulla tazza del mio cesso.



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