Qui sotto, tanto per cominciare, eccovi una bella informata di garage-beat, grazie alle nuove preziosissime uscite targate Area Pirata. Un poker vinilico davvero ottimo e in grado di sbancare il banco dopo solo un primo ascolto.
The
Trip Takers - Don't Back Out Now
Un
bel "viaggio" Anni Sessanta tra beat e pop da capogiro. E'
davvero un piacere appoggiare la puntina su "Don't Back Out
Now", secondo disco in lp dei The Trip Takers, appena pubblicato
da Area Pirata. La band messinese sembra uscita direttamente dai
locali fumosi della swinging London e va a braccetto con le sonorità
di Small Faces, Creation e Kinks, tanto per citare alcuni nomi di
grido. Un approccio filologico e totalmente nostalgico, che saprà
scaldarvi i cuori grazie a melodie deliziose, infarcite di corretti e
qualche svisata psichdelica, come nelle code di "The Knight &
The Hag" e della conclusiva "Wonder For A Way". Tra i
brani migliori svettano senza dubbio "Why Don't You Come Home?",
con il suo ritmo agrodolce e scanzonato e "Gamblin' Gal",
sorretta da una chitarra ruspante e da una pioggia di suoni
scintillanti. Ma è davvero difficile scegliere tra una canzone e
l'altra, vista l'alta qualità globale del disco. Un album
interamente votato all'amore per i sixties, che colpisce sin dal
primo ascolto.
The
Backdoor Society - s/t
Parlando
ancora di beat - ma questa volta in salsa garage - il primo lp
omonimo dei The Backdoor Society (sempre fuori per Area Pirata) mette
insieme una serie di piccole schegge di rock selvaggio, che vi
faranno girare la testa. Ritmi serrati, riff di chitarra al limite
dello "speed surf" a inseguire basso e batteria e una voce
sgraziata al punto giusto, sono gli ingredienti principali
dell'album. Una buona dose di sonorità vintage - la band lo chiama
Dutch beat, perché guarda al modello dei gruppi olandesi degli Anni
Sessanta - lanciate a bomba contro ogni moda e ogni musica di
tendenza (fortunatamente). Le danze scatenate di "The Magic's
Gone" e "You Wish Me Back" sono un vero toccasana per
chi ama il rock'n'roll sanguigno, mentre ballate come "Pitch Me
Out", "Please Don't Worry" e soprattutto "You",
sono in grado di toccare le corde giuste, senza rinunciare
un'attitudine sporca e cattiva. Senza farla troppo lunga: davvero un
grande esordio per questa band piacentina, che ci regala un disco
compatto e ricco di ispirazione.
Tony
Borlotti e i suoi Flauers - Belinda contro i mangiadischi
Ad
ascoltare Tony Borlotti e i suoi Flauers viene quasi voglia di farsi
i capelli a caschetto, abbandonare le magliette nere dei Joy Division
per indossare camicie a fiori e tuffarsi in un mondo di colori
sgargianti e buoni sentimenti. E' inutile: anche certi inguaribili
mugugnoni e misantropi come il sottoscritto non possono che alzare
bandiera bianca (o forse sarebbe meglio dire gialla) di fronte alle
armonie vocali, gli stacchetti e le melodie appiccicose di "Belinda
contro i mangiadischi", ultimo lavoro della storica band
salentina, dedita, da quasi 25 anni, a un infaticabile omaggio agli
Anni Sessanta italiani. Il disco, ancora una volta, porta il marchio
di Area Pirata, una delle etichette più attive e prolifiche in
materia di revival sixties. Come da tradizione l'album infila, una
dopo l'altra, una serie di canzoni che potrebbero essere uscite dalla
penna dei Corvi e dell'Equipe 84: musica da ballare fino a notte
fonda e da amare incondizionatamente.
Cannon
Jack & The Cables - Primitivo/Big bad monkey man
Bastano
due pezzi - quelli contenuti in questo 45 giri bollente - per
innamorarsi dei Cannon Jack & The Cables. Garage-fuzz al
fulmicotone cantato in italiano e in inglese come Dio comanda. Un
party selvaggio a base di chitarre sfrigolanti e Farsifa, due schegge
accuminate che vi frantumeranno le orecchie e faranno poltiglia di
tutti i vostri buoni propositi. "Primitivo" (lato A) dice
già tutto nel titolo, mentre "Big bad monkey man" è un
pezzo di garage tribale, inciso dentro una caverna della giungla nera.
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