lunedì 6 giugno 2011

Cani e canuti

Sono tre o quattro giorni che non ascolto altro. Dico, l'avete sentito sto minchia di disco dei Cani? Non il gruppo hc anni Ottanta, quello di Roma che sembra Max Gazzè in acido, mentre prova a coverizzare Wavves. Io, porca puttana, ci sto andando proprio a bagno. E se infilo una dopo l'altra tutte queste maledette parolacce è soprattutto perché non riesco ancora a capire il motivo di questa mia ossessione. D'altra parte non siamo mica di fronte a qualcosa di nuovo (o forse sì?). Il pop di classe coi sintetizzatori è roba da gruppo anni Ottanta inglesi (tipo quelli descritti nella parte finale di "Post-punk" di Raynolds). Per non parlare della formula one-man-band con nome collettivo (Le Luci della Centrale Elettrica vi dicono qualcosa?) o dei testi pungenti, ripetitivi, ma ben scritti. Però dai, ci dev'essere per forza dell'altro. Perché non basta unire due o tre elementi interessanti, per mettere nel sacco uno come me. In fondo le mie band di riferimento sono ancora gli Husker Du, i Clash, i Ramones, gli Smiths, gli Screeching Weasel, i Kina, gli Who. Che cazzo c'entrano i Cani con tutta sta roba? Probabilmente niente. Però mi è bastato sentire "Post punk" (che titolo! che titolo!) per alzarmi dal letto e mettermi a ballare come un cretino davanti alla finestra. E poi i "Pariolini di 18 anni", "Le coppie", "Wes Anderson". Tutte momentaneamente recuperate su youtube, in attesa di comprare il disco. E tutte belle, cazzo. Roba che sicuramente (lo dico per cercare di trovare una via d'uscita onorevole) il prossimo album o non ci sarà o, peggio, si rivelerà una ciofeca. Il tipo poi, dico il titolare del moniker I Cani, sembra piuttosto saccente e poco incline alla simpatia (leggere l'intervista su Rumore del solito Maurizio Blatto per credere). Da quel che vedo sulla rivista il Cane in questione ha 25 anni e spara sentenze (anche se poi io ne ho quasi 29 e sentenzio da quando ero in prima superiore...). Forse l'unica spiegazione plausibile è che le canzoni siano effettivamente molto belle. Anche perché per scorrere scorrono che è un piacere, hanno melodie agrodolci e sporche e testi che ascolterei per ore. Trasudano quel minimo di mitologia pop capace di esaltare i malati di musica e sciorinano quei cinque o sei (diciamo pure venti) riferimenti alla scena alternativa, che se sei in grado di riconoscerli fai pure bella figura con gli amici. E poi tutti quanti i pezzi ti lasciano quel sano gusto amaro, come sole le commedie all'italiana sono capaci di fare. Un momento: non sto certo dicendo che sti Cani sono come un film con Gassman e Tognazzi, figuriamoci. Però i pezzi sono stati capaci di farmi muovere il piedino per seguire il ritmo accattivante della melodia e, allo stesso tempo, mi hanno colpito per l’uso disinvolto e azzeccato delle parole. Come se le canzoni degli Abba avessero le liriche dei Negazione. Brutta bestia invecchiare.

1 commento:

  1. Ciao,
    complimenti per il tuo pezzo, di gran lunga il migliore che ho letto sul disco di questo 'I Cani', che ancora non ho ascoltato.
    Comunque, un bell'articolo a prescindere.

    RispondiElimina