venerdì 3 giugno 2011

Chiedi chi è Maurizio Blatto

Volevo essere Maurizio Blatto. Chi? Ma sì quello di Rumore, che ha il negozio di dischi a Torino insieme al signor Franco e ha pubblicato uno dei libri più belli del 2010, "L'ultimo disco dei moicani"... Vabbè, quel tipo lì. Come mai? Ma perché fa un lavoro che ho sempre sognato di fare è cioè vende vinili e cd (e chi se ne frega se c'è la crisi e la gente scarica), tiene varie rubriche sulla mia rivista musicale italiana preferita e soprattutto scrive da dio. Davvero. Non è una presa per il culo, giuro. Anzi: se mai Maurizio dovessi leggere queste righe (speriamo di no) sappi che sono piuttosto serio (e persino sobrio). L’ho capito definitivamente oggi, leggendo il tuo ennesimo "my tunes" da antologia uscito sul nuovo numero di Rumore, in cui parli di "Waiting in vain" di Bob Marley. Non tanto per la scelta della canzone, che approvo - ci mancherebbe -, ma soprattutto per la prima parte del pezzo. Quello in cui racconti delle manie dei malati di musica come te (e me). Anch'io quando vado a casa della gente, la prima cosa che faccio è andare a guardare è lo scaffale dei dischi (sempre che riesca a trovarlo). Per non parlare del fatto che (ok ora lo posso ammettere) anche a me capita spesso di gettare un occhio, magari in maniera falsamente distratta, fra il cruscotto e l'autoradio delle macchine parcheggiate, per capire cosa ascolta il proprietario. Così, senza un motivo plausibile. Solo per una stupida curiosità da consumatore compulsivo di dischi. Insomma: i tuoi tic sono i miei. O forse dovrei dire i nostri, visto che il cerchio è relativamente ampio e conosco altri pazzi del genere. La cosa incredibile, poi, è che leggendo "L''ultimo disco dei moicani" e passandolo alla mia ragazza (che non ha certo le mie fissazioni) mi sono reso che i punti in cui lei rideva di più, a me apparivano come la normalità più assoluta. Tanto che, invece, di additare i vari clienti-macchietta, mi è capitato persino di capirli. Ok, diciamo pure che ho le mie belle manie. E Gian, il gestore di Disco Club, il mio Backdoor di Genova, ne sa qualcosa. Però davvero, se non avete mai letto Maurizio Blatto fatelo. A casa ho un po’ di arretrati di Rumore e il suo ultimo libro. Basta che suoniate al campanello dopo le dieci e mezza di sera. Che prima lavoro.

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