lunedì 20 giugno 2011

Muori Milano Muori!

Ho finito di leggere "Muori Milano Muori!" di Gianni Miraglia (Edizioni Elliot) quasi un mese fa. Ma ne scrivo solo adesso perché prima non ho avuto il tempo. I soliti casini col lavoro e le mie altre faccende collaterali, che mi tengono lontano da sto blog ed evitano che spari più cazzate di quelle che faccio, hanno posticipato questa mia recensione non richiesta, che oggi - cari miei - vi beccate fresca fresca. Per prima cosa, questo libro è un gran bel libro. E quindi compratelo, rubatelo, chiedetemelo in prestito (però poi ridatemelo, che Gianni me l'ha pure firmato). Detto questo, la trama, a grandi linee, è la storia di un fallimento, economico ed esistenziale, ma anche di un riscatto. Soprattutto emotivo. La vicenda è ambientata nella Milano del 2015, a pochi giorni dall'apertura dell'Expo (tanto che i capitoli scorrono come un conto alla rovescia). Berlusconi è appena morto (e già questo dovrebbe indurvi a leggere la storia), ma la situazione del nostro Paese peggiora sempre di più. Insomma è come adesso. Soltanto che non ha vinto Pisapia (o forse sì, chissà). L'Italia e Milano sono tutto in casino. E il protagonista è stato appena licenziato, si è separato e ha perso tutto tranne un ex collega, deciso a farsi giustizia o quantomeno a sopravvivere. Vabbè altro non vi dico, altrimenti vi racconto tutto il libro e poi non lo leggete. Anche se, più che la storia vera e propria, sono le immagini, le frasi e le istantanee che costellano questo romanzo a renderlo così speciale e diverso dagli altri. A mettermi la pulce nell'orecchio per primo – come sto tentando di fare adesso io con voi - è stato Andrea Valentini, che su facebook parlava di "Muori Milano Muori!" con un certo entusiasmo. Poi altra gente, che ora non ricordo, ha cominciato a citare pezzi del romanzo, a mo' di hiuku. E così, quando ho scoperto che Miralgia sarebbe venuta a Genova (dove per altro ha vissuto i primi vent’anni della sua vita facendo parte della scena punk e hardcore cittadina) e che quel giorno - botta di culo - ero in festa, mi sono subito fiondato alla presentazione. Naturalmente l'incontro era organizzato da BooksIn, il nuovo Books in The Casba di vico del Fieno. E, sorpresa delle sorprese, il relatore era Mario "Welcome" Benvenuto dei Dirty Actions. Gianni, dal canto suo, sembrava piuttosto intimidito e parlava a bassa voce. Insomma un tipo a posto. Anche se credo che gli avrei comprato il libro persino se fosse stato uno stronzo, viste tutte le aspettative che avevo. E invece no, anche il suo modo di essere un anti-scrittore senza pose o menate varie mi ha convinto. Per non parlare del su tatuaggio dei Black Flag. Lo so continuo a giudicare la gente per la musica che ascolta. Ma ogni volta finisce che ci prendo.


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